martedì 12 marzo 2013

L'ombra dello scorpione - Stephen King

Torno a parlare del Re (si è capito che è uno dei miei autori preferiti?) e lo faccio con un romanzo che mi ha soddisfatto solo in parte.

Siamo in America, negli anni '80. Un gruppo di amici è seduto al bancone di una stazione di servizio a bersi una birra dopo una giornata di lavoro; i discorsi sono gli stessi di sempre, la crisi economica, i guai con le mogli, il governo, i complotti.
Improvvisamente, un'auto si schianta sulle pompe di benzina; aprendo gli sportelli, i nostri bevitori si trovano davanti uno spettacolo orrendo: una donna e una bambina morte e un uomo delirante. Ovviamente, viene chiamata un'ambulanza e tutto pare finire lì.
Putroppo però l'uomo aveva contratto il temibile virus sviluppato dal "Progetto Azzurro", virus capace di mutare a velocità incredibile, tanto che non solo le difese di chi ne viene colpito, ma anche i vaccini sono completamente inutili.
L'infezione si diffonderà in brevissimo tempo, sterminando quasi tutta la popolazione americana e probabilmente mondiale, lasciando solo alcuni spauriti gruppetti di sopravvissuti.

Arrivati a questo punto, un autore normale sarebbe partito in quarta con le descrizioni dei tentativi di organizzazione dei sopravvissuti, raccontandoci gli scontri per la supremazia e la sopravvivenza e magari ci avrebbe fatto notare come l'essere umano tenti di ricostruire sempre lo stesso tipo di società.
King fa tutto questo certo, ma in parallello delinea anche l'espansione di due sfere d'influenza, ciascuna incentrata su una figura principale, che andranno verso uno scontro tra bene e male, tra Dio e il Diavolo, il tutto condito da sogni premonitori, ragazzini parecchio intuitivi e anziane donne che sembrano sentire la voce di Dio stesso.

A mio parere, il punto di forza di questo romanzo sta nei numerosi personaggi, tutti delineati alla perfezione; c'è Stu, l'unico sopravvissuto del gruppetto dei bevitori dell'inizio, che deve accollarsi il ruolo del capo anche se non vorrebbe, Nick, sordomuto ma dotato di un carisma incredibile, che gli permette di riunire intorno a se tutta la comunità dei "buoni"; c'è anche Larry, uno dei miei preferiti insieme a Nick, che si sforza di superare le sue paure e di essere un uomo migliore, sbagliando, ferendosi e ferendo innumerevoli volte, che sul finale mi ha quasi fatto scendere una lacrimuccia.
Anche i personaggi femminili non sono da poco: a parte Mother Abigail (che ha 108 anni e se ne va a spasso per le campagne come se niente fosse) ci sono Frannie, che affronta la morte dei genitori e l'angoscia di portare un bambino in grembo senza sapere se sopravviverà al virus una volta nato, e Nadine, che tenta di sfuggire ad un destino che la attende da una vita intera e compie una scelta che non mi aspettavo.

Una menzione speciale va riservata al cattivo del romanzo, Randall Flagg, l'Uomo che cammina; documentandomi in giro, ho scoperto che è un personaggio ricorrente nei libri di King (compare nella Torre Nera e ne Gli occhi del drago) e che in tutti rappresenta il male.
E' un cattivo classico: niente passato tormentato (almeno ne L'ombra dello scorpione), niente malattie mentali, Randall sembra essere l'Anticristo o il Diavolo stesso, arrivato sulla Terra per portare caos e distruzione. Anche il suo epilogo è abbastanza classico, ma non scontato e non voglio dire di più, perchè rovinerebbe la sorpresa.

Che cosa non mi ha convinto di questo romanzo? La lunghezza delle parti dedicate alla riorganizzazione della società dei "buoni"; tutte quelle pagine usate per descrivere le assemblee, la pulizia della città, la rimozione dei corpi mi hanno fatto sbadigliare parecchio e le ho trovate poco utili ai fini della storia in sé.
Fra le altre cose, quella che ho letto io non è neppure la versione integrale, che ha diverse parti in più (e che non ho attualmente intenzione di leggere)

Tirando le somme, è stato un libro che ho letto con piacere e che mi ha invogliato a terminare il recupero della Torre Nera, ma che non mi sentirei di consigliare a chi non ha mai letto King (meglio iniziare con Carrie o Misery) Se siete fan del Re come me invece, correte a comprarlo, Randall Flagg vi aspetta per stregarvi col suo terrificante sorriso.

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