venerdì 5 aprile 2013

La leggenda di Arata - Yuu Watase

Sì, è una serie piena di gnoccoloni...no, non ho nulla da ridire in proposito :D
Lo so lo so, non scrivo più nulla da secoli, ma di secondo nome faccio Incostanza e di cognome Ozio, quindi fate voi...
Aehm, veniamo al manga in questione che è meglio...
La leggenda di Arata è un manga a tematica fantasy scritto e disegnato da Yuu Watase, autrice anche di Fushigi Yuugi (che attende di essere ritirato alla posta), Alice 19th e del bellissimo quanto tragico Sakura Gaari.
La storia inizia presentandoci i due protagonisti, entrambi chiamati Arata: l'Arata che vive a Tokyo ha i suoi problemi nell'affrontare la vita scolastica, funestata da continui atti di bullismo da parte dei compagni (di uno in particolare) mentre l'altro Arata, che vive nella terra di Amawa, viene costretto a travestirsi da donna per prendere parte alla cerimonia di successione della principessa; tuttavia le cose non vanno come sperato e Arata-di-Amawa si ritrova coinvolto in un vero e proprio colpo di stato e finirà per diventare il capro espiatorio. Tentando di sfuggire alla cattura, si scambierà con l'Arata-di-Tokyo, dando il via ad una saga fantasy davvero bellissima.

Arata e Kotoha la maga bianca, l'uneme °°
Avevo sentito parlare di questo manga su Youtube e, avendo trovato il primo numero in fumetteria, mi sono detta "perchè no?" Devo dire che ho fatto decisamente bene.
Man mano che si procede nella lettura ci si trova davanti a diverse situazioni che sono molto familiari ai lettori abituali di saghe fantasy: in primis, Arata è il classico prescelto da forze superiori che deve affrontare mille pericoli, crescendo e maturando; seconda cosa, durante il viaggio intrapreso per raggiungere e salvare la principessa (Sorry, but your princess is in another castle!) al gruppo inizialmente composto dai soli Arata e Kotoha (la guaritrice) si aggiungeranno nuovi membri, tra cui Kanate (il ladro), Kannagi (lo spadaccino, inizialmente nemico di Arata, ma che inizia ad ammirarlo quando si rende conto della sua forza), Mikusa e Rami (la prima è una donna che si traveste da uomo e la seconda un'altra guaritrice) e Yataka (un custode come Arata e Kannagi)

L'altro Arata
Parallelamente alle vicissitudini di Arata-di-Tokyo, anche l'altro Arata deve imparare ad ambientarsi in un mondo sconosciuto e ad una vita che non è la sua, portando scompiglio e incontrando alcuni personaggi decisamente interessanti.

L'autrice riesce a dare la stessa importanza ad entrambi i protagonisti, alternando il punto di vista dall'uno all'altro per mostrarci come i nemici tramino per distruggerli, senza appesantire o rallentare la narrazione.

 I temi del viaggio e della crescita interiore sono sviluppati benissimo dalla Watase, che oltre a mostrarci power-up sempre maggiori, ci fa vedere quali sono le difficoltà e le incertezze che turbano l'animo "dell'eroe", che cerca sempre una via alternativa allo scontro all'ultimo sangue senza comunque cadere nell'abisso del buonismo a tutti i costi.

Ovviamente, come in ogni fantasy che si rispetti, non mancano i nemici da sconfiggere e l'avvicinamento progressivo ad un "boss finale", della cui identità non sono ancora molto sicura.

Il gradevolissimo Kadowaki
Il tratto è quello inconfondibile dell'autrice: preciso e molto dettagliato, con degli sfondi non curatissimi, ma comunque funzionali, ha anche il grande pregio di rendere chiare e comprensibili le scene d'azione (e no, non è per nulla scontato)

L'edzione è quella scrausissima della Planet da edicola, anche se poi esce solo in fumetteria e il prezzo ha subito aumenti per via delle scarse vendite; per quanto riguarda questo problema, mi trovo d'accordo con chi, su Youtube, diceva che i maschi lo snobbano perchè è della Watase e le femmine idem perchè non è uno shoujo.

Va riconosciuto che l'impostazione è "femminile": i personaggi sono molto concentrati sui propri sentimenti e su quelli altrui, oltre che sulle battaglie, il che può risultare noioso per chi cerca solo le mazzate; trovo che sia una lettura forse più adatta ad un pubblico femminile, anche non abituato ai fantasy, ma non lo sconsiglierei in toto ai maschi, se apprezzano fumetti con delle dinamiche tra i personaggi ben approfondite.

Se non l'avete ancora fatto, compratevi i primi due-tre numeri, potrebbe davvero conquistarvi.

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